Dal 2020 in poi la prima fatica è stata quella di dipanare moltissimo materiale scientifico e clinico, cercando di ordinare l’esperienza e la sensibilità di entrambi.
Le prime parole hanno trovato forma nell’ottobre 2021, le frasi che si generavano rappresentavano bene le nostre idee e il libro incominciava a prendere forma.
Ad Agosto 2022 abbiamo deciso di ritirarci per un lungo periodo in alta Valbrevenna, completamente isolati dal resto del mondo.
Siamo partiti facendoci alcune domande. Anzitutto in che senso potevamo definirci entrambi costruttivisti pur agendo a volte molto diversamente a livello terapeutico. Qui abbiamo messo a fuoco le invarianti nella variabilità, l’ordinamento comune nella differenza del nostro agire e sentire terapeutico. È questa una praxis squisitamente costruttivista: la curiosità come metodo, la ricerca di coerenza, l’ordinamento anzitutto emotivo e la costruzione attiva e volontaria di un senso condiviso. È venuto naturale estendere poi questa stessa riflessione agli autori che abbiamo studiato ed amato in questi anni. Vittorio Guidano ci ha regalato una griglia, una matrice di base, che consente di guardare la processualità del Sé secondo una logica intrinseca affettiva e complessa. Ci siamo accorti che in quasi 30 anni di studio abbiamo sempre compreso e interiorizzato molti grandi autori della clinica attraverso questa straordinaria lente teorica. Da qui è partito il libro.
A Dicembre 2022, a Monza, durante le vacanze Natalizie abbiamo curato insieme la lettura congiunta dei casi clinici di Fabio presentati nel libro. È stato un momento straordinario, un tirare le fila, far giungere tutto il percorso di ricerca nell’intimità del setting dove, di fatto, viviamo le nostre vite di terapeuti. Crediamo sia stato possibile farlo solo grazie al grande lavoro di costruzione condivisa in precedenza.
Nella primavera del 2023 a Genova, per le ultime fatiche assieme e la stesura di alcuni importanti paragrafi: appunti sul controtransfert e le conclusioni.
Ad Agosto 2023, terminata una nuova fatica editoriale, Fabio è andato in Ladakh, nell’Himalaya indiano, e ha portato con sé il libro che è stato lasciato in un monastero buddhista.